Strumenti per il game-based marketing
Le Game-based Business Solutions utilizzano le meccaniche e dinamiche proprie dei videogiochi per creare soluzioni che avvantaggino le imprese. Sono ottenibili usando due strumenti: la gamification e il game-based marketing.
Le Game-based Business Solutions rappresentano dunque dei nuovi strumenti di comunicazione (in certi casi quasi un nuovo media) e di marketing che consentono di aumentare estremamente il coinvolgimento e la partecipazione del pubblico destinatario della comunicazione.
Il coinvolgimento e la partecipazione, in particolare, permettono due vantaggi principali:
- guidare l’interesse attivo dell’utenza verso il messaggio dell’impresa;
- stimolare un comportamento attivo dell’utenza.
Come abbiamo già descritto, la gamification è l’implementazione di meccaniche ludiche in contesti non-gaming, per coinvolgere le persone nelle attività di un sito o servizio e fidelizzare gli utenti.
Il game-based marketing, invece, sfrutta veri e propri giochi, soprattutto per aumentare la notorietà e migliorare l’immagine di un brand.
Il game-based marketing utilizza diversi strumenti e ambienti per diffondere i messaggi e raggiungere gli utenti. Analizzeremo in dettaglio questi strumenti per aiutare a scegliere quello giusto per ogni tipologia e obiettivo di business.
- Around-game advertising: è il metodo più semplice per implementare l’advertising in un ambiente ludico ed è basato su banner e ads intorno alla finestra o durante il caricamento del gioco stesso. E’ una soluzione utilizzata di frequente su portali ed aggregatori di titoli in flash come Kongregate ed è definita come around-game poiché il messaggio non è integrato completamente all’interno dell’esperienza di gioco. Non è molto più di una tipologia di advertising tradizionale.
- In-game advertising (product placement): è l’integrazione di un prodotto all’interno dell’ambiente di gioco, in modo da farlo diventare parte dell’esperienza ludica stessa. Il product placement offre numerosi vantaggi all’inserzionista poiché un gioco è in grado di garantire un’esposizione prolungata dell’utenza agli ads, potenzialmente può scatenare un interesse attivo verso il marchio e, soprattutto, è uno strumento molto potente per creare un’immagine per il brand. Inoltre un product placement altamente integrato può migliorare il mondo di gioco, fornendo un’ambientazione più realistica. Per essere efficace, tuttavia, l’in-game advertising deve essere ben studiato e il concept del gioco deve essere adeguato al prodotto o al marchio.
- Gli Advergames sono giochi costruititi con il solo obiettivo di promuovere un prodotto, brand, organizzazione o punto di vista. Permettono una comunicazione coinvolgente ed efficace, nella quale l’utente è attratto dalle peculiari meccaniche di gioco. Gli advergames risultano spesso essere la parte più riuscita del mix di media coinvolti in una campagna di comunicazione, poiché gli utenti sono inclini a tornare più volte a giocare e spesso danno il via ad una comunicazione virale, invitando amici e colleghi e agendo per dare il proprio supporto attraverso siti, portali e social network, creando in questo modo un’importante ed efficace comunicazione user-guaranteed.
- I giochi per dipendenti e impiegati si possono suddividere in e-learning game, giochi per incrementare la produttività e per comunicare la cultura aziendale o agevolarne il mutamento.
Un gioco può rappresentare un potente mezzo in ottica e-learning poiché diminuisce o annulla le difficoltà di apprendimento; inoltre, è più semplice monitorare i progressi del pubblico obiettivo, ad esempio legando i vari step di avanzamento nel gioco ai risultati dell’apprendimento. Un titolo per l’e-learning può anche migliorare l’abilità di lavorare in team e può fornire una visione completa delle conseguenze delle proprie azioni in una simulazione, invece che una situazione reale.
Tramite i giochi è anche possibile ottenere incrementi della produttività: uno scenario lavorativo reale è basato su obbiettivi, difficoltà e sistemi di feedback – cioè gli stessi fattori che definiscono un buon game design. Ad esempio, i giochi sono un ottimo strumento per aumentare le performance dei dipendenti, spingendoli verso competizioni amichevoli a fornendo obiettivi e traguardi da raggiungere, condividere e confrontare.
Infine un gioco può aiutare a comunicare la cultura d’impresa, ad esempio usando la personalizzazione e ideando un percorso evolutivo. - Virtual Worlds & Adverworlds: i mondi virtuali sono sempre esistiti nell’industria del gaming e, nell’ultima decade, con la diffusione degli MMOG (massive multiplayer online games), hanno subito un’evoluzione verso gli ambienti social. In estrema sintesi, gli adverworlds sono mondi virtuali ideati con lo scopo di promuovere un brand. L’obiettivo è di create una connessione personale con i consumatori, offrendo la possibilità di associare la propria identità alla marca. I virtual world e gli adverworld sono in continua evoluzione, con l’aggiunta di nuovi ed interessanti metodi per trainare l’interesse degli utenti, come sistemi di moneta virtuale o modalità di interazione innovative. Infine i virtual world possono rappresentare uno strumento interessante per innalzare la produttività aziendale, migliorando ad esempio l’ambiente di lavoro e offrendo strumenti di comunicazione e collaborazione nuovi ai dipendenti.
- ARG – Alternative Reality Games: gli ARG sono esperienze che traggono vantaggio da molte tipologie di media per coinvolgere un alto numero di utenti su una storia basata sulla risoluzione di enigmi, in grado di sorpassare il sottile confine tra gioco e realtà. Gli indizi per procedere nel gioco si possono trovare in una vasta gamma di media, sia digitali che fisici, dai siti web ai quotidiani, dai social network ad eventi pubblici, e molte persone possono cooperare per raggiungere lo stesso obiettivo. Gli ARG sono un mezzo potente per spingere alla partecipazione, in modo che gli utenti stessi aumentino volontariamente la notorietà del gioco, dando il via a comunicazioni virali che possono raggiungere e coinvolgere spontaneamente anche i mezzi d’informazione tradizionali.